Il microbiota orale e i fattori che lo danneggiano: ciò che c’è da sapere!

Il microbiota orale e i fattori che lo danneggiano: ciò che c’è da sapere!

Spesso nei miei articoli ho trattato l’argomento degli inibitori di pompa protonica o PPI, prescritti spesso in caso di reflusso gastroesofageo, ormai consigliati come se si trattasse di caramelle. In realtà, questi farmaci oltre a causare altre conseguenze descritte in precedenza (troverete gli articoli nella sezione blog del mio sito) alterano il microbiota orale, ovvero l’insieme di microorganismi che colonizzano la nostra bocca, proteggendoci da attacchi patogeni esterni; questo è ciò che un recente studio ha dimostrato. Leggete l’articolo per saperne di più.

Il Microbiota orale

Chi dice che non esiste connessione fra cavo orale e apparato gastrointestinale si sbaglia, perché non considera che la prima digestione (degli amidi cotti) avviene proprio in bocca, inoltre, tramite la bocca l’uomo sta a contatto con il mondo esterno e attraverso la cavità potrebbero passare diversi patogeni in grado di danneggiare l’omeostasi corporea. La bocca è caratterizzata da diversi microambienti (denti, gengive, lingua e saliva) e da relativi microbiomi; la popolazione microbica è abbondante e diversificata: infatti, possono colonizzarla più di 300 specie batteriche diverse, insieme a protozoi, lieviti e micoplasmi, la convivenza dei quali è regolata da un rapporto di commensalismo, che però può mutare in seguito a diversi fenomeni, provocando l’instaurarsi di fenomeni patologici.

Infatti, l’ecosistema orale, può essere modificato sia da agenti fisico-chimici, come la temperatura ed il pH, sia da agenti esterni, come la dieta, i farmaci, l’igiene orale ed altri fattori.

Lo studio

Come detto sopra, l’ambiente della cavità orale può essere modificato, quindi, da alcuni fattori tra i quali i farmaci; lo studio che riporto tratta di inibitori di pompa protonica (PPI), di cui si fa largo uso senza considerarne le conseguenze, una delle quali è proprio l’alterazione della flora batterica orale e, di conseguenza, intestinale.

Lo studio è stato svolto su dieci adulti sani, che non avevano subito alcun trattamento farmacologico, prelevando campioni di feci, saliva e liquido periodontale dai soggetti prima e dopo quattro settimane di somministrazione di 20 mg di esomeprazolo una volta al giorno; gli effetti sono stati studiati utilizzando un metodo di sequenziamento del gene rRNA 16s.

In seguito al trattamento si è verificato un aumento del pH salivare, comportando uno squilibrio dell’omeostasi batterica orale, con un aumento dello Streptococcus sia nel microbioma salivare che in quello gengivale, ma anche nel campione fecale in concentrazioni maggiori, suggerendo un effetto potenzialmente sfavorevole che porta all’alterazione del microbiota intestinale. Inoltre, solo a livello del microbioma salivare, si è verificata la presenza del Fusobacterium, nel fluido gengivale, Leptotrichia mentre, al contrario, Nesseira, Veillonella e Haemophilus hanno registrato un decremento. Infine, è stato dimostrato un aumento di infezioni da Clostridium difficile, che suggerisce il coinvolgimento dell’alterazione del microbiota intestinale.

Conclusioni

Oltre al soffermarci sull’aspetto negativo degli inibitori di pompa protonica, in questo articolo vorrei sottolineare l’importanza del mantenimento di un buon microbiota orale, per averne giovamento a livello intestinale. I diversi fattori scritti sopra, tra i quali la dieta e l’igiene orale, sono aspetti che non devono essere trascurati per il mantenimento dell’omeostasi corporea, poiché tramite le cavità che si affacciano all’esterno l’uomo è costantemente minacciato da patogeni.

Il microbiota orale è responsabile della prima tappa di metabolizzazione di alcune componenti di nutrienti che, insieme con gli enzimi, collaborano  in stretta sintonia, come per il metabolismo glucidico ad esempio. Se noi ci pensiamo bene, i nostri antenati, gli uomini primitivi, non aveva certo l’abbondanza di carboidrati e zuccheri raffinati che abbiamo oggi, ma la loro alimentazione era più improntata sul consumo di proteine, frutta e verdura. Per contribuire bene anche  alla salute del microbioma orale, bisogna consumare cibi il meno raffinati possibili, preferendo l’integrale e ai carboidrati bisogna sempre associare la giusta quantità di proteine. Un’altra regola importante è quella di consumare frutta con la buccia o verdura cruda prima dei pasti, in modo tale da creare una maglia di fibre (importanti anche per un microbiota, questa volta intestinale, in salute) che trattiene gli zuccheri.

Inoltre, per fare una parentesi, gli zuccheri, infatti, sono dei disturbatori endocrini poiché stimolano la produzione di insulina che è l’ormone pro-infiammatorio per eccellenza e, a causa dell’eccessiva produzione di insulina si viene ad instaurare una situazione di insulino-resistenza che induce iperglicemia associata ad attivazione della perossidazione lipidica con prodotti di glicazione e lipossidazione proteica, aumento dei radicali liberi e conseguente danno cellulare; ha effetto sull’inibizione dell’NO sintetasi riducendo così l’azione di detossificazione dei radicali liberi, vasocostrizione  e conseguente ipossia tissutale e danno endoteliale.

La corretta conservazione e preparazione degli alimenti, insieme all’igiene orale ed all’utilizzo di farmaci strettamente necessari, non altereranno il microbiota orale ed i batteri patogeni verranno uccisi dal pH della bocca prima di penetrare nel tubo digerente.

Dott. Francesco Garritano

Riferimenti bibliografici:

  • Mishiro T et al. Proton pump inhibitor alters oral microbiome in gastrointestinal tract of healthy volunteers. J Gastroenterol Hepatol. 2017 Nov 4. doi: 10.1111/jgh.14040.

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