Anoressia, bulimia e leptina
Circa 70 milioni di persone a livello internazionale vivono con disturbi alimentari. Ogni ora muore circa una persona come conseguenza diretta di un disturbo alimentare.
I disturbi alimentari (ED) sono malattie psichiatriche caratterizzate da una psicopatologia di base basata su cognizioni distorte su cibo, forme corporee e peso, insieme a disregolazione delle emozioni. Questi disturbi comportano comportamenti alimentari disfunzionali e sono associati a fluttuazioni patologiche del peso. Le principali diagnosi di disturbi alimentari in età adulta sono anoressia nervosa (AN), bulimia nervosa (BN) e disturbo da alimentazione incontrollata (BED).
Cos’è la bulimia nervosa?
La bulimia nervosa è un disturbo caratterizzato da abbuffate e comportamenti compensatori inappropriati per controllare il peso con conseguenze potenzialmente pericolose.
La bulimia nervosa può colpire entrambi i sessi, ma colpisce in modo sproporzionato le donne. L’età media di insorgenza è di circa 12,4 anni.
Cos’è l’anoressia nervosa?
L’anoressia nervosa (AN) è un disturbo alimentare caratterizzato da denutrizione cronica e conseguente basso peso corporeo. Questa condizione ha una prevalenza di almeno lo 0,2%-1% tra le ragazze adolescenti e le giovani donne, con una prevalenza inferiore segnalata nei maschi. Le complicazioni mediche comuni dell’anoressia nervosa includono anemia, anomalie elettrolitiche, bassa densità minerale ossea e un aumentato rischio di frattura. Molte di queste comorbilità possono essere attribuite a risposte ormonali alla denutrizione cronica. Le tipiche anomalie ormonali nell’anoressia nervosa includono resistenza all’ormone della crescita con conseguenti bassi livelli di fattore di crescita insulino-simile (IGF)-1, amenorrea ipotalamica funzionale, sindrome da malattia non tiroidea e livelli alterati di ormoni che regolano l’appetito e adipochine, tra cui il peptide YY, la LEPTINA e la grelina
Le persone con anoressia nervosa presentano spesso livelli molto bassi di LEPTINA a causa della drastica riduzione del tessuto adiposo. Tuttavia, non appena queste persone iniziano a recuperare peso, i livelli di leptina aumentano, e questo può provocare un calo dell’appetito, complicando ulteriormente il recupero.
In questo contesto, è stata posta sempre più attenzione al ruolo dell’adipochina LEPTINA sin dalla sua scoperta nel 1994.
E’ proprio la LEPTINA, l’ormone prodotto dal grasso corporeo, che determina la sazietà. Quando l’adipe aumenta, le stesse cellule adipose la secernono in maggiore quantità, in modo da dare l’allarme al cervello che ci sono riserve energetiche eccedenti nell’organismo. Il mediatore del segnale che la leptina dà al cervello è il Neuropeptide Y (NPY): una sostanza stimolante l’appetito prodotta dall’ipotalamo, che viene bloccata dalla leptina.
La leptina inoltre inibisce il sistema della dopamina per cui diminuisce anche la ricerca del piacere del cibo.
Questo ormone, prodotto dal tessuto adiposo, è correlato positivamente con l’indice di massa corporea (BMI), con un ruolo nella regolazione dell’omeostasi energetica corporea attraverso modifiche dell’appetito, modulazione dell’attività fisica e meccanismi di ricompensa generali. Tuttavia, i meccanismi sottostanti sono ben lungi dall’essere stati chiariti in modo esauriente. Nello specifico, la leptina può inibire la risposta di ricompensa, con un meccanismo originariamente adattivo che potrebbe diventare disadattivo nel contesto di un Disturbo alimentare a causa dei significati particolari attribuiti al cibo e al mangiare. In particolare, dato il ruolo fondamentale dell’ipoleptinemia nell’attivazione di numerosi cambiamenti fisiologici e comportamentali adattativi nei soggetti sottopeso, è stato teorizzato che il raggiungimento di livelli molto bassi di leptina possa innescare uno stato di ‘intrappolamento’ nell’anoressia, caratterizzato da quella che è stata recentemente paragonata ad una dipendenza dallo stato di fame, con un’esacerbazione di tutte le componenti della psicopatologia specifica dei Disturbi alimentari (Hebebrand, Plieger, et al. 2024 ). Di conseguenza, studi recenti hanno concettualizzato l’alterazione della leptina nei Disturbi alimentari non solo come conseguenza di alterazioni del peso corporeo, ma come fattore di mantenimento di comportamenti alimentari aberranti, e di conseguenza del disturbo.
Bassi livelli di leptina, che si verificano quando le riserve energetiche vanno scemando con riduzione delle cellule adipose (come nel digiuno o durante una dieta ipocalorica), attivano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene con aumentata secrezione di cortisolo, l’ormone dello stress, che a sua volta va a stimolare un tipo particolare di cellule nervose presenti nel nucleo arcuato dell’ipotalamo, i cosiddetti neuroni AgRP, che scatenano la fame per “rimpolpare” le riserve di grasso.
Anche l’insulina stimola la leptina. Questo è un altro meccanismo di auto-regolazione del corpo per non mangiare troppo. Infatti, l’insulina aumenta in risposta all’iperglicemia, e favorisce l’entrata del glucosio nelle cellule. Contemporaneamente, facendo aumentare la leptina, garantisce che si blocchi la fame e non salga ulteriormente la glicemia per assunzione di cibo. Invece nel digiuno si abbassa la glicemia che fa diminuire la secrezione di insulina e aumentare quella di glucagone ed epinefrina che inibiscono la secrezione di leptina, con conseguente aumento del senso di fame.
Quando c’è una situazione di infiammazione, le citochine infiammatorie che vengono liberate nel sangue fanno aumentare i livelli di leptina, e infatti cala la fame. Nell’anoressia estinguendosi il grasso sottocutaneo non si produce leptina e si può verificare amenorrea. Invece nell’obesità, si verifica la perdita della funzione di controllo del peso da parte della leptina, che può essere meno attiva per cause genetiche.
Si potrebbero prendere in considerazione ipotesi alternative alla luce dell’interazione della leptina con altri ormoni regolatori dell’energia, come la grelina. La grelina è stata recentemente concettualizzata come un ormone dello stress, con studi su popolazioni che riportano un’alterazione cronica dell’asse della grelina. Inoltre, dati recenti hanno confermato un’associazione tra esperienze traumatiche infantili e livelli ematici aumentati di grelina nei pazienti con disturbi alimentari. Dato il potere inibitorio della grelina sulla secrezione endogena di leptina, è concepibile che negli individui con una storia di trauma infantile, l’aumento dei livelli di grelina contribuisca, insieme agli altri fattori descritti sopra, alla diminuzione della leptina.
L’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono disturbi alimentari associati a complicazioni multisistemiche.
Nell’anoressia nervosa, molte di esse sono collegate a malnutrizione e sottopeso, solitamente reversibili con la rialimentazione e il ripristino del peso, sebbene la rialimentazione possa anche essere collegata ad alcune complicazioni mediche. I comportamenti di eliminazione osservati nel sottotipo abbuffate-eliminazione dell’anoressia nervosa e nella bulimia nervosa sono stati principalmente correlati a disturbi idroelettrolitici e acido-base, oltre a complicazioni locali. Pertanto, un’identificazione precoce e un intervento terapeutico di questi disturbi sono considerati cruciali. Dovrebbe essere garantito un monitoraggio integrale per prevenire potenziali complicazioni fin dalle fasi iniziali, con il coinvolgimento di medici, psicologi, nutrizionisti e altri specialisti in un approccio multidisciplinare in base alle esigenze del paziente.
Come nutrizionista di segnale, ciò che propongo è di bilanciare tutti i pasti con carboidrati e proteine, già dall’esordio della giornata, dalla prima colazione per rallentare l’assorbimento degli zuccheri e di evitare il fenomeno delle alterazioni del flusso leptinico e insulinico. Inoltre, l’attività fisica quotidiana e l’idratazione dovranno essere alla base di uno stile di vita sano, attivo ed equilibrato.
Dott. Francesco Garritano
Riferimenti bibliografici:
Cassioli et al. Leptin Levels in Acute and Recovered Eating Disorders: An Arm-Based Network Meta-Analysis. Eur Eat Disord Rev. 2025 May.
Baenas I, Etxandi M, Fernández-Aranda F. Medical complications in anorexia and bulimia nervosa. Med Clin (Barc). 2024 Jan 26.
Thavaraputta S, Ungprasert P, Witchel SF, Fazeli PK. Anorexia nervosa and adrenal hormones: a systematic review and meta-analysis. Eur J Endocrinol. 2023 Sep 1.
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