Cambiamenti nutrizionali, assunzione di integratori e riduzione del dolore dovuto all’endometriosi.
La prevalenza dell’endometriosi in Nord America, Australia ed Europa è di circa l’1-5% nelle donne in età riproduttiva e alcuni hanno suggerito che la cifra reale sia più vicina al 10%.
L’endometriosi è un disturbo riproduttivo neuroinfiammatorio definito dalla presenza di tessuto endometriale (lesioni) al di fuori dell’utero che è difficile da diagnosticare e curare. Il dolore cronico è un sintomo comune, ma le pazienti presentano anche affaticamento e sintomi gastrointestinali (GI), inclusi quelli simili alla sindrome dell’intestino irritabile e al gonfiore addominale (colloquialmente denominato endo belly).
Il microbioma intestinale è stato implicato come regolatore del dolore nelle condizioni infiammatorie, inclusa l’endometriosi, e la sua modifica tramite la dieta è stata esplorata per gestire i sintomi.
L’endometriosi è una condizione cronica che solitamente si sviluppa diversi anni dopo il menarca. Generalmente svanisce dopo la menopausa. Le opzioni di trattamento e/o gli interventi nutrizionali sono gli stessi per tutte le fasce d’età.
Un ruolo della nutrizione nell’endometriosi è suggerito dall’influenza della dieta sull’attività estrogenica e sui processi infiammatori.
NUTRIZIONE ED ENDOMETRIOSI
La ricerca sulla relazione tra nutrizione e rischio di sviluppare endometriosi o sull’efficacia dei trattamenti nutrizionali è ben lungi dall’essere completa. Tuttavia, numerosi studi hanno sollevato osservazioni che supportano un ruolo per gli interventi nutrizionali.
Con l’alimentazione possiamo agire su più fronti:
- Ristabilire le normali secrezioni ormonali (leptina, estrogeni, progesterone…) e di conseguenza andremo anche a controllare i picchi glicemici;
- Agire poi sull’infiammazione con il consumo di sostanze antiossidanti e di omega-3 che hanno azione antinfiammatoria;
- Migliorare la salute intestina, quindi ristabilire l’infiammazione, la normale permeabilità intestinale e la composizione fisiologica del microbioma.
Per controllare i picchi glicemici sicuramento bisogna evitare zuccheri semplici, farine raffinate, avere un giusto equilibrio tra carboidrati e proteine, aumentare il consumo di fibre che creano le maglie che trattengono gli zuccheri, inoltre le fibre servono come nutrimento per il microbioma intestinale perché la loro fermentazione crea acidi grassi a catena corta come butirrato, propionato, acetato, fonte di energia per i batteri intestinali.
Vanno evitati gli alimenti contenenti fitoestrogeni, dal momento che nell’endometriosi ritroviamo già gli estrogeni alti, quindi evitare carni rosse, alimenti contenenti soia, avena e segale.
In conclusione la fisiopatologia dell’endometriosi coinvolge le azioni degli estrogeni e dei processi infiammatori. Le prove suggeriscono che i fattori dietetici hanno effetti importanti in entrambi questi domini. Il consumo di grassi trans, acido palmitico, è associato a un rischio aumentato di endometriosi, mentre i fattori negli alimenti di origine vegetale, in particolare fibre e antiossidanti, e vitamina D possono avere effetti utili per la prevenzione e il trattamento da un punto di vista nutrizionale-nutraceutico. Ridurre l’infiammazione cronica di basso grado e migliorare l’equilibrio intestinale favorendo cibi a Km 0, di stagione, evitando cibi ultra-processati, zuccheri semplici, facendo esercizio fisico possono essere degli ottimi alleati per gestire la sintomatologia che caratterizza l’endometriosi compreso il dolore. L’approccio nutrizionale e nutraceutico dev’essere personalizzato, NO al fai da te.
Ulteriori indagini, in particolare studi clinici randomizzati, saranno utili per chiarire il ruolo della dieta nell’endometriosi.
Dott. Francesco Garritano
Riferimenti bibliografici:
Barnard et al. Nutrition in the prevention and treatment of endometriosis: A review. Front Nutr. 2023 Feb 17.
Hearn-Yeates et al. Dietary Modification and Supplement Use For Endometriosis Pain. JAMA Netw Open. 2025