Cosa vuol dire avere l’intestino pigro? Ecco come gestire il problema!

Cosa vuol dire avere l’intestino pigro? Ecco come gestire il problema!

Stipsi, problemi dell’alvo e disagio quotidiano: quanti tra noi hanno sofferto di questo problema e quanti ne soffrono in maniera persistente. La stipsi è un disagio intestinale molto diffuso, ma per l’imbarazzo e l’intimità di tale disagio viene spesso messo da parte. In questo articolo vi illustrerò come si articola il problema e cosa bisogna fare per recuperare il benessere. A voi la lettura!

Nelle recenti visite sui pazienti che ho svolto a Cosenza, mi è stato chiesto da più di una persona cosa volesse dire “avere l’intestino pigro”, e come poter rimediare al problema in corso. Siccome mi sono reso conto che è una tematica ricorrente tra le persone e le pazienti che seguo sia a visita che nei gruppi, mi è sembrato opportuno approfondire l’argomento in questione.

Intestino pigro e dinamica gastrointestinale

Avere l’intestino pigro vuol dire che esso non svolge correttamente le sue funzioni, a partire dal transito intestinale (fenomeno conosciuto come stipsi). Il disagio che crea la stipsi è notevole, soprattutto quando diventa cronica e persistente.
Sappiamo bene che il ruolo fondamentale della regolarità dell’alvo intestinale sta nell’eliminare dall’organismo numerose tossine e sostanze di scarto metabolico, per cui è necessario mantenere controllato il processo di evacuazione.
Nell’intestino crasso si ha l’ultima tappa del riassorbimento dei liquidi nell’organismo e la formazione del materiale che verrà eliminato. Quando però questo processo non avviene come dovrebbe, si ha la stipsi, in cui si ha una vero e proprio stazionamento patologico delle feci sia nel colon che nell’ultima parte del sigma e del retto: la conseguenza è la formazione di prodotti di fermentazione come gas tossici e generazione di tossine. Il problema sta proprio nella cattiva mobilitazione intestinale che fa assorbire ancor di più il materiale di scarto statico, fermo nell’intestino, comportando una difficoltà sempre maggiore ad evacuare.
Molto spesso la soluzione a tale problema risulta essere la somministrazione di stimolanti, lassativi, ecc.
I lassativi però hanno come risultato finale quello di rendere persistente il problema, generare abitudine nel paziente riguardo l’assunzione del farmaco stesso, ridurre la motilità intestinale, rendere cronica la stipsi e tanto altro ancora, per esempio possono addirittura provocare irritabilità alla parete dell’intestino (https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/i-fodmaps-per-la-cura-dellintestino-irritabile/ ).

 

Le cause dell’intestino pigro

Ma come mai, anche chi segue un’alimentazione precisa e controllata, può andare incontro a intestino pigro? Evidentemente non si sta seguendo un regime alimentare completamente salutare, oppure la flora batterica non svolge come dovrebbe il proprio compito…
Molto spesso le cause sono da ricercare proprio nei fattori debilitanti il microbiota, che vanno a modularne la composizione, la varietà, il numero.
Ho già parlato in precedenza dei benefici indotti dalla nostra flora batterica intestinale: producono acidi grassi a corta catena, metabolizzano tossine, regolano la motilità, producono gas che aumentano la velocità di transito.
A volte piccoli inaccorgimenti alimentari causano stipsi passeggera, altre volte il fenomeno diventa più consistente. Perché avviene questo? Innanzitutto le cause sono tra i comportamenti più banali e a cui prestiamo meno attenzione:

  • Apporto inadeguato di fibre;
  • Stress (https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/lo-stress-ed-cortisone-non-fanno-dimagrire/ ) (aumento del cortisolo, carenza di magnesio)
  • Apporto inadeguato e/o scarso di acqua
  • cioccolato, the, vino, caffè (per il contenuto in fitati e ossalati e tannini, questi ultimi dalle proprietà
  • astringenti e antidiarroiche, riducono le secrezioni ghiandolari e la peristalsi e vasocostringono)
  • Squilibri elettrolitici (in particolare il sodio, potassio, magnesio, fosforo)
  • Digestione meno efficiente (ridotta acidità gastrica, ridotta secrezione biliare)
  • Iperproliferazione batterica intestinale (https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/la-disbiosi-che-altera-lasse-fegato-intestino/ )
  • Sensibilità alimentari e/o infiammazione da cibo
  • Apporto inadeguato di grassi buoni
  • Patologie pregresse (ipotiroidismo, ipercalcemia, parkinson, IBS, IBD, sindrome da intestino permeabilet, discinesie, malattie neurodegenerative)
  • Poco sonno e stanchezza accumulata
  • Pasti troppo abbondanti e uso di snack junk food
  • Alcuni farmaci e integratori di calcio e/o ferro
  • Ingestione incontrollata di prodotti caseari (per il contenuto in calcio che influisce sulla peristalsi), semi e noci

Trattamento dell’ intestino pigro

Tuttavia, gli accorgimenti per evitare questi problemi ci sono, molto spesso siamo noi a trascurarli. Innanzitutto è necessario apportare grassi di buona qualità, in particolare monoinsaturi (olio evo, olive, avocado, macadamia), poli insaturi (pesce), a corta catena (tuorlo d’uovo, ghee, olio di cocco extra vergine, apportare la giusta dose di sodio attraverso l’utilizzo moderato (non nullo) di sale marino integrale non raffinato (grigio bretone, rosa himalayano, di cervia, di trapani, bere acqua durante la giornata, a digiuno al mattino e lontano dai pasti, adeguare l’apporto di fibre (né troppe né poche) e prestare attenzione alle integrazioni di fibre (in casi di stipsi da rallentato transito potrebbero peggiorare la situazione, alcune mucillagini usate negli integratori –chia, semi di lino, psyllium- sono immunogene e divengono in parte substrato per i microbi intestinali fermentativi, quindi disbiosi).
Inoltre, è essenziale prestare attenzione anche a:

  • Possono essere utili probiotici ed alimenti/bevande fermentate (non in caso di disbiosi o sibo o in situazioni acute o immunodepressi)
  • Consumo di brodo d’ossa
  • Integrazione di magnesio
  • Migliorare la digestione: la masticazione, l’acidità gastrica, le secrezioni enzimatiche e biliari
  • Esercizio fisico (https://www.francescogarritano.it/nutrizionista/pochi-gesti-quotidiani-per-incrementare-lattivita-fisica-giornaliera/ ) (la sedentarietà e il lungo tempo seduti sono deleteri)
  • Una corretta posizione durante la defecazione utilizzando un rialzo su cui appoggiare i piedi
  • Riposo notturno, rispettando i ritmi circadiani o perlomeno cercare di favorire un buon riposo (evitare esposizione a schermi, telefoni, luci intense nelle ore prima di coricarsi, preferire un luogo di riposo completamente buio, non rumoroso, non troppo caldo)
  • Consumo moderato di noci e semi
  • Una dieta terapeutica di eliminazione per gestire le sensibilità alimentari.

Ci tengo a precisare che il ruolo del nutrizionista e dello specialista è essenziale, per escludere eventualmente anche altri fattori scatenanti il problema.

Dott. Francesco Garritano

 

Fonti bibliografiche:

  • Systematic review: dietary fibre and FODMAP-restricted diet in the management of constipation and irritable bowel syndrome. Volume 42 Issue 4 Alimentary Pharmacology & Therapeutics, pages: 490-490. First Published online: July 14, 2015.
  • Diagnosis and treatment of constipation: a clinical update based on the Rome IV criteria Carlos Walter Sobrado, Isaac José Felippe Corrê Neto, Rodrigo Ambar Pinto, Lucas Faraco Sobrado, Sergio Carlos Nahas, Ivan Cecconello. j coloproctol (rio j). 2018; 3 8(2): 137-144.
  • Review article. Chronic constipation: A critical review Guido Basilisco, Marina Coletta. Digestive and Liver Disease 45 (2013) 886-893
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