Conosci il diabete di tipo 3? Ecco cosa devi sapere

Conosci il diabete di tipo 3? Ecco cosa devi sapere

Conosci il diabete di tipo 3? Ecco cosa devi sapere

 

L’esatta correlazione tra la malattia di Alzheimer (MA) e il diabete di tipo 2 è ancora oggetto di dibattito. Tuttavia, un controllo inadeguato della glicemia può aumentare il rischio di sviluppare la malattia. Questa correlazione è così forte che alcuni hanno definito la malattia di Alzheimer “diabete cerebrale” o “diabete di tipo 3 (T3D)”.

 

Il diabete è una condizione grave e cronica con un impatto significativo sulla vita e sul benessere di individui, famiglie e società in tutto il mondo. Si stima che la prevalenza globale del diabete nel 2019 fosse del 9,3% (463 milioni di persone), con un aumento al 10,2% (578 milioni) entro il 2030 e al 10,9% (700 milioni) entro il 2045. Anche l’invecchiamento della popolazione sta aumentando drasticamente in tutto il mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, creando pressioni sul sistema sanitario, nonché sui servizi e sulle politiche di sicurezza sociale.

Oggigiorno, molte persone hanno familiarità con il diabete mellito di tipo 1 o di tipo 2, tuttavia, esiste un’altra forma di diabete che è stata identificata di recente, nota come diabete di tipo 3 (T3DM). Questo tipo meno noto si manifesta come resistenza all’insulina nel cervello e ha un potenziale importante per influenzare la neurocognizione e contribuire all’eziologia della malattia di Alzheimer. La malattia di Alzheimer è già stato identificato come la sesta causa di morte negli Stati Uniti e la quinta causa di mortalità nelle persone di 65 anni e oltre.

 

Purtroppo, il diabete segue a ruota l’Alzheimer come settima causa di mortalità e si prevede che colpirà quasi mezzo miliardo di persone entro il 2045. È stato riconosciuto che entrambe le malattie hanno interazioni multifattoriali che coinvolgono sia l’ambiente che, in misura minore, la genetica. Tuttavia, l’insensibilità all’insulina è stata collegata a deficit di memoria, declino cognitivo e molti dei sintomi caratteristici che si manifestano nella malattia di Alzheimer. Allo stesso tempo, il diabete di tipo 2 è rimasto uno dei fattori di rischio più facilmente gestibili per lo sviluppo della malattia di Alzheimer.

Il diabete mellito può essere classificato in quattro categorie cliniche: tipo 1, tipo 2, tipo 3 e tipo 4.

Alcuni studi epidemiologici suggeriscono che la resistenza all’insulina aumenta il rischio di demenza e malattia di Alzheimer, anche nelle popolazioni non diabetiche.

 

Una forma recentemente scoperta è stata suggerita dagli scienziati come DIABETE MELLITO DI TIPO 3 (T3DM). È stata definita come una sindrome metabolica che può portare ad anomalie legate alla progressiva resistenza all’insulina nel cervello con conseguente compromissione dei processi di segnalazione dell’insulina centrale, accumulo di neurotossine, stress neuronale e conseguente decorso della neurodegenerazione. Studi in vitro e su animali hanno indicato che la resistenza all’insulina può contribuire alla patogenesi della malattia di Alzheimer attraverso molteplici percorsi diversi. Le anomalie endocrine, in particolare il diabete, sono comuni nella malattia di Alzheimer, che è anche considerato un tipo di diabete. Il fatto che il diabete abbia un’influenza sull’elaborazione della memoria (riconoscimento e recupero), sulla morfologia del cervello (atrofia cerebrale) e sulla comunicazione sinaptica è un aspetto pericoloso ben dimostrato che influenza la patologia della malattia di Alzheimer. Inoltre, la compromissione della segnalazione dell’insulina e la resistenza all’insulina causate dall’iperinsulinemia sono fattori vitali che giustificano il mantenimento dell’insulina al centro di entrambe le patologie, indipendentemente dal genotipo. Molti studi recenti hanno indicato che la compromissione della segnalazione dell’insulina nell’ippocampo compromette la memoria e altre funzioni esecutive, con conseguente declino della segnalazione dell’insulina e concomitante sviluppo di resistenza all’insulina. Questa ipotesi sostiene un forte legame tra iperinsulinemia e resistenza all’insulina e le patologie conseguenti come diabete di tipo 3 e malattia di Alzheimer. La resistenza periferica all’insulina porta a una diminuzione della segnalazione dell’insulina nel sistema nervoso centrale, seguita da un’alterazione del metabolismo cerebrale.

 

APPROCCIO NUTRIZIONALE-NUTRACEUTICO AL DIABETE DI TIPO 3 NELLA MALATTIA DI ALZHEIMER

La resistenza all’insulina è ben nota come una caratteristica essenziale del diabete di tipo 3, pertanto le strategie di trattamento per il diabete di tipo 3, in particolare quelle volte a migliorare la sensibilità all’insulina, possono anche essere utili per i pazienti a rischio di malattia di Alzheimer nelle fasi iniziali.

Tra i prodotti nutraceutici, la curcumina, un composto permeabile al cervello, è in grado di colpire aggregati proteici anomali. La curcumina può anche ostacolare “le vie di segnalazione proapoptotiche nelle colture primarie di neuroni ippocampali”.

Tuttavia, i benefici antinfiammatori di frutta e verdura sono stati ampiamente pubblicizzati per decenni, in particolare per quanto riguarda l’azione antiossidante nella riduzione del danno infiammatorio.

Il ruolo essenziale degli acidi grassi omega-3 nello sviluppo e nel mantenimento del cervello è stato ben riconosciuto, in particolare negli ultimi dieci anni, ma solo di recente “sono stati esplorati i loro effetti sull’invecchiamento cerebrale”. Le diete ricche di acidi grassi omega-3 e naturalmente povere di acidi grassi omega-6 possono essere la chiave per la terapia nutrizionale per i pazienti con AD.

Il concetto dell’asse intestino-cervello, la comunicazione bidirezionale tra intestino e cervello, può contribuire in modo significativo alla patogenesi della malattia di Alzheimer, che è stata supportata da molti studi sperimentali e clinici

 

Sebbene sono necessari ulteriori chiarimenti, insieme all’approccio terapeutico (stabilito dal medico) non è da trascurare anche lo stile di vita. Quindi attenzionare l’apporto glucidico, l’insulina-resistenza avendo uno stile di vita attivo e ponendo attenzione all’approccio nutrizionale personalizzato e adeguato al singolo caso.

 

Dott. Francesco Garritano

 

Fonte bibliografica:

Nguyen et al. Type 3 Diabetes and Its Role Implications in Alzheimer’s Disease. Int J Mol Sci. 2020 Apr 30

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