Quando si parla di dieta per l’endometriosi significa scegliere un regime alimentare che contribuirà in maniera determinante alla riduzione dei dolori e dell’infiammazione.
L’obiettivo del piano dietetico è quello di migliorare la risposta insulinica e la sintomatologia globale dell’endometriosi, attraverso la combinazione di cibi antifiammatori, disintossicanti e liberi di ormoni, noti per essere la benzina che fa avanzare la patologia.
Si consiglia di aumentare le fibre sino al 20 – 30% nei pasti pertanto aumentare il consumo di:
- Verdure: contengono moltissime fibre e puliscono l’organismo, sono antiossidanti;
- Cereali integrali senza glutine: abbassano il picco glicemico e contengono molte fibre;
- Frutta: è piena di vitamine e fibre;
Un aumentato consumo di acidi grassi omega 3 promuove la produzione della prostaglandina PGE1 che riduce il livello di infiammazione addominale determinato dalla endometriosi. Si consiglia un incremento di consumo nella dieta di:
- Pesce azzurro
- Salmone e tonno
- Olio di Oliva
- Avocado
- Semi: chia, di zucca.
La carne rossa è da ridurre al minimo, va preferita la carne bianca di origine e allevamento controllato. Vanno evitati alcohol, caffeina, prodotti contenenti soia: (salsa di soia, tofu, seitan, edamame..) per il loro contenuto di fitoestrogeni, farine bianche e prodotti da forno raffinati, avena e segale per il loro alto contenuto di estrogeni.
Quindi, con l’alimentazione possiamo agire sull’equilibrio ormonale (controllo dei picchi glicemici e delle nomali secrezioni ormonali), sulla riduzione dello stato infiammatorio e dei radicali liberi, sul miglioramento dell’equilibrio intestinale (ripristino di una flora batterica favorevole).
Per tenere quanto più possibile sotto controllo infiammazione e dolore sono determinanti le nostre scelte alimentari visto il ruolo che il cibo ha nel sostenere o, al contrario, nel modulare i fenomeni infiammatori stessi.
In primo luogo è importantissimo mantenere la calma insulinica. Per mantenere la calma insulinica è necessario evitare gli zuccheri semplici (zucchero aggiunto, dolcificanti e dolci vari), preferire a pasta e pane raffinati le loro versioni integrali (i cui zuccheri si assorbono meno rapidamente provocando un più graduale rialzo della glicemia), comporre i pasti con carboidrati e proteine in quantità equivalenti, in modo da ridurre l’indice glicemico dei primi (cioè la velocità con cui un alimento determina il rialzo degli zuccheri nel sangue),