01.
CHE COSA SONO
LE MICI?
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02.
MORBO DI CROHN
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03.
RETTOCOLITE ULCEROSA
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04.
MICI ED ALIMENTAZIONE
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05.
MICI ED INTEGRATORI
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06.
TEST ED ANALISI
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2. Il morbo di Crohn

Il morbo di Crohn è una patologia infiammatoria cronica con manifestazioni intestinali ma anche extra intestinali. A livello intestinale può colpire qualsiasi tratto: dalla bocca all’ano fino a coinvolgere sia la mucosa intestinale che gli strati più interni della parete gastrointestinale, causando un danno definito transmurale.

Per il 35% dei casi la patologia interessa la regione dell’ileo (ileite), il 45% dei casi coinvolge ileo e colon (ileocolite) con una certa predilezione per il lato destro del colon, il 20% dei casi colpisce solo il colon (colite granulomatosa) e risparmia il retto, raramente la zona colpita è quella alta dell’intestino (esofago, stomaco, duodeno, digiuno).

Come anche altre MICI, ad esempio la rettocolite ulcerosa, sono caratterizzate dall’avere una base infiammatoria, a differenza della sindrome del colon irritabile, che è invece un problema di mobilitazione intestinale.

I tratti intestinali che sono colpiti dalla malattia presentano ulcerazioni ed infiammazione cronica granulomatosa ed entrambi interessano tutti gli strati costituenti la parete intestinale. La mucosa intestinale viene colpita a tratti: vi sono infatti tratti gravemente danneggiati che si alternano ad altri tratti in cui la mucosa appare “normale”, si parla di aree saltate (come è ben visibile nell’immagine).

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Come si manifesta la patologia?

È caratteristica della patologia la triade dei sintomi: riduzione dell’appetito, diarrea e frequente dolore a livello addominale; ma si manifestano anche febbre, perdita di peso, vomito, flatulenza, gonfiore, malassorbimento di carboidrati e lipidi. Le ileiti comportano grandi volumi di feci acquose, la colite invece provoca un minor volume di feci ma con una più elevata frequenza.

Il quadro clinico di un soggetto affetto dal morbo di Crohn può essere costituito da:

  • diarrea cronica persistente per più di 3 mesi, spesso durante le ore notturne, associata a dolore addominale talvolta con feci di consistenza semiliquide o liquide (raramente con sangue che può essere presente soprattutto nella localizzazione colica della malattia, a volte con pus);
  • dolori addominali continui o crampiformi che si possono manifestare in maniera molto personale da soggetto a soggetto e da area intestinale coinvolta;
  • nausea e vomito nei casi più gravi;
  • febbre persistente senza alcuna causa significativa;
  • stanchezza e astenia;
  • riduzione dell’introito alimentare in conseguenza alla presenza di dolori dopo aver ingerito il cibo;
  • riduzione dell’assorbimento dei nutrienti per conseguenza all’interessamento patologico dell’intestino tenue, il quale è deputato all’assorbimento di macro- e dei micro-nutrienti con conseguente dimagramento;
  • fistole;
  • ascessi intestinali o anali;
  • stenosi intestinale con irregolarità nell’evacuazione e talvolta occlusione intestinale;
  • dolore o perdite di fluidi nella zona che interessa l’ano per la presenza di fistole o ascessi, quando la regione interessata è quella indicata.

Possono essere tuttavia presenti altri sintomi extra-intestinali, come conseguenza al cattivo assorbimento di alcuni nutrienti e all’estensione dell’infiammazione ad altri settori per mezzo del circolo ematico:

  • afte orali;
  • disidratazione;
  • anemia;
  • demineralizzazione ossea;
  • disturbi alla vista;
  • disfunzione epatica;
  • comparsa di macchie ed escoriazioni cutanee;
  • nelle forme più gravi è presente anche anemia e anoressia.

I tratti dell’intestino che sono colpiti dal morbo di Crohn presentano ulcerazioni ed infiammazione cronica granulomatosa ed entrambi interessano tutti gli strati costituenti la parete intestinale. La modalità con cui la patologia interessa l’intestino è “a salti”. Che cosa vuol dire? Ci sono alcune parti dell’intestino coinvolte dalla patologia e altre che appaiono normali, e così via, per gran parte del tratto intestinale: è proprio questa caratteristica “a salti” della manifestazione del morbo di Crohn a conferirle la peculiarità nel suo riconoscimento e la distinzione dall’altra sua “cugina” rettocolite ulcerosa.

Il morbo di Crohn, inoltre, è noto per la sua caratteristica di indurre la formazione di fistole, ovvero anomali passaggi tubulari attraverso cui la zona infiammata dell’intestino può comunicare con organi adiacenti o tessuti, generando varchi attraverso cui passano sostanze e contenuti che possono avere conseguenze anche molto gravi per la salute.
Inoltre, questa patologia può arrecare altri tipi di problemi quali complicanze reumatologiche, problemi all’occhio, alla cute e addirittura a livello centrale.

Come può insorgere la patologia?

Le cause sono ancora non del tutto note. Può derivare da un’altra patologia autoimmune, da un’immunodeficienza acquisita da altre malattie oppure da agenti patogeni. Alla base è presente innanzitutto un assetto epigenetico, che influisce molto sul decorso e la prognosi della malattia stessa.

In merito ad alcune ricerche si è visto come la malattia di Crohn possa avere una causa genetica. Le persone che hanno un fratello o sorella affetto dalla malattia, hanno 30 volte più probabilità di svilupparla rispetto alla popolazione generale. Le mutazioni nel gene CARD15 (noto anche come il gene NOD2), presente sul cromosoma 16, sono alla base della genesi del morbo di Crohn.

Anche modificazioni a carico dei TLR (Toll-like Receptor, una famiglia di recettori di membrana che hanno il compito di riconoscere determinate sezioni batteriche), presenti sulle cellule endoteliali intestinali e sulle cellule che costituiscono l’antigene, sembrerebbero essere implicate nella malattia di Chron.

È stata rilevata anche una correlazione tra la malattia di Crohn, Mycobacterium e altri batteri patogeni. In molte persone, fattori genetici predispongono gli individui all’infezione da Mycobacterium avium subspecies paratuberculosis. Questo batterio produce mannani, che proteggono dalla fagocitosi esso e diversi altri batteri, generando secondariamente infezioni.

Diversi studi hanno dimostrato che la patologia di Crohn sia connessa con l’alterazione della flora batterica intestinale; si osserva, infatti, una riduzione della presenza di Firmicutes, soprattutto di F. prausnitzii e un aumento di Enterobacteriaceae, maggiormente di E. coli.

La corretta composizione del microbiota permette di tenere sotto controllo l’infiammazione che viene indotta da un’alimentazione non corretta, fattori di rischio voluttuari ecc., pertanto, la disbiosi intestinale può essere in grado di attivare il sistema immunitario in maniera deviata portando così al danno dell’intestino.

Le risposte immunitarie costanti provocano l’infiammazione cronica, mediata da citochine pro-infiammatorie e chemochine. L’infiammazione non solo contribuisce alle caratteristiche cliniche della malattia infiammatoria, ma esacerba anche la penetrazione dei batteri patogeni aumentando la permeabilità dell’intestino, creando un circolo vizioso. La capacità dell’epitelio intestinale di distinguere i batteri commensali da quelli patogeni è importante perché l’intestino richiede una relazione simbiotica con i commensali senza risposte immunitarie.

 

Morbo di Crohn e disbiosi intestinale…

Diversi studi hanno dimostrato che la patologia di Crohn sia connessa con l’alterazione della flora batterica intestinale; si osserva, infatti, una riduzione della presenza di Firmicutes, soprattutto di F. prausnitzii e un aumento di Enterobacteriaceae, maggiormente di E. coli.

La corretta composizione del microbiota permette di tenere sotto controllo l’infiammazione che viene indotta da un’alimentazione non corretta, fattori di rischio voluttuari ecc., pertanto, la disbiosi intestinale può essere in grado di attivare il sistema immunitario in maniera deviata portando così al danno dell’intestino.

Le risposte immunitarie costanti provocano l’infiammazione cronica, mediata da citochine pro-infiammatorie e chemochine. L’infiammazione non solo contribuisce alle caratteristiche cliniche della malattia infiammatoria, ma esacerba anche la penetrazione dei batteri patogeni aumentando la permeabilità dell’intestino, creando un circolo vizioso. La capacità dell’epitelio intestinale di distinguere i batteri commensali da quelli patogeni è importante perché l’intestino richiede una relazione simbiotica con i commensali senza risposte immunitarie.

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