Le diete ipocaloriche sono davvero efficaci per perdere peso?

Le diete ipocaloriche sono davvero efficaci per perdere peso?

Non sono poche le persone che seguono una dieta ipocalorica per un po’ di tempo, dimagriscono inizialmente, ma poi pur mangiando poco non riescono a perdere peso. Perché succede? Il nostro organismo è economo, per cui se non gli forniamo abbastanza energia tenderà a conservarne sotto forma di grasso. Leggete l’articolo per saperne di più.

Dieta ipocalorica = sacrificio

Specifico sempre il significato della parola dieta, che non è restrizione o sacrificio, ma fa parte del proprio stile di vita. Purtroppo, però, come dice anche il titolo del paragrafo, la dieta viene spesso intesa come quella ipocalorica e, quindi, un sacrificio. Ma cosa significa ipocalorica? Se analizziamo la parola riusciamo a capire che le calorie che è in grado di fornirci questo tipo di dieta sono di meno rispetto al nostro fabbisogno energetico. Ma allora perché scegliere di mangiare meno di quanto dovremmo per dimagrire, pur ottenendo gli stessi risultati mangiando normocalorico?

Il problema sta nella diffusione troppo elevata del significato sbagliato di dieta. Da sempre il concetto di dimagrimento è stato espresso come restrizione e la gente quando mangia di meno o un’insalatina a pranzo e cena, è felice perché tanto si dimagrisce e pure in fretta; certo, ma poi che succede?

Cosa succede durante le diete ipocaloriche?

Nonostante possano verificarsi anche grandi risultati sulla bilancia, allo specchio o esaminando la composizione corporea non saremmo felici allo stesso modo. Infatti, ciò che si perde quando si sceglie di seguire una dieta ipocalorica è muscolo ed acqua. Riflettiamo. Mettete a confronto una persona che sceglie di mangiare bene tutto l’anno, muovendosi e non facendo sacrifici a tavola, con una persona che mangia male e che 5 mesi all’anno fa una dieta ipocalorica. Quale fra i due ha un fisico migliore? Da sottolineare il fatto che il primo caso fa movimento quotidianamente. Ovviamente il primo presenterà muscoli tonici e grasso nella norma, il secondo sarà dimagrito ma con muscoli flaccidi e grasso anche maggiore della norma.

Vi spiego cosa succede. Il nostro organismo, come dicevo prima, è economo per cui se si accorge che non gli stiamo dando abbastanza energia cerca di produrne dal muscolo, conservando però le riserve di grasso, che potrebbero essere utili in un periodo lungo di carestia. Si tratta di un meccanismo che abbiamo ereditato dai nostri avi preistorici, poiché in periodi di digiuno per vivere veniva utilizzata la riserva di grasso creata nel periodo di caccia.

Infatti, inizialmente durante la dieta ipocalorica siamo felici perché perdiamo e pure tanto, ma quando si accende il campanellino d’allarme del nostro organismo, pur mangiando poco non riusciamo a dimagrire, anzi tende anche ad accumularsi, poiché il metabolismo rallenta.

Ragionando nell’ottica della medicina di segnale, l’assunzione di piccole quantità di cibo, magari anche non equilibrate in modo corretto, genera la caduta dei livelli di leptina, uno degli ormoni più importanti nella regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi, poiché questa viene secreta dal tessuto adiposo solo in presenza di adeguate quantità e qualità di cibo, giusto apporto di proteine e di attività fisica costante; se queste condizioni non coesistono, allora si avrà deficit di leptina ed inattivazione degli assi.

Gli assi inattivi sono quelli che regolano le nostre funzionalità fisiologiche: l’asse tiroideo, della fertilità, della crescita, della gestione dello stress, per cui si verifica un disastro nel nostro organismo. La tiroide rallentata, non è in grado di svolgere le sue funzioni, soprattutto, non è in grado di convertire l’energia che ingeriamo tramite il cibo in calore piuttosto che in ATP (molecola energetica che utilizza l’organismo durante i processi di sintesi), quindi, si tenderà ad immagazzinare e non a disperdere energia. Inoltre, l’asse indispensabile per la riproduzione, è anche inattivato, infatti, le donne che seguono regimi ipocalorici sono quelle più a rischio di infertilità, poiché spesso vanno in una condizione di amenorrea (assenza di più di 3 cicli o di ciclo per più di 6 mesi).

Fra le altre conseguenze possiamo citare anche l’osteoporosi e la perdita di massa muscolare, infatti, anche l’asse ipotalamo-ipofisi-ormone della crescita è inattivato, causando la ridotta crescita della massa muscolare e, quindi, la perdita del supporto per il nostro scheletro. Infine, una conseguenza importante è quella della ridotta risposta allo stress, poiché il surrene non svolge correttamente la sua attività, per questo motivo i soggetti che seguono una dieta ipocalorica sono sempre nervosi e facilmente irascibili.

La scelta migliore

La dieta migliore per mangiare bene e normocalorico, senza compromettere il nostro metabolismo è la dieta anti-infiammatoria, che ormai promuovo da un po’ di tempo. Non si basa su chilocalorie o grammature, ma segue la fame naturale, appunto per soddisfare la condizione di normocaloricità di ognuno e per disinfiammare l’organismo, fattore alla base del controllo del peso e dello stato di salute di un soggetto.

Basterà mangiare bene a colazione, non saltandola, fare un pranzo normale ed una cena leggera, accompagnando il tutto da una costante attività fisica. Ovviamente oltre alla quantità conta molto la qualità degli alimenti: gli zuccheri devono essere eliminati, i carboidrati da consumare sono solo integrali al 100%, le proteine sono quelle del pesce, della carne, delle uova e del latte, variandole correttamente durante l’arco della giornata, inoltre, ogni pasto dovrà essere accompagnato dalle fibre di frutta e verdura.

Alimentazione corretta e movimento costante costituiscono un connubio perfetto per raggiungere il benessere psicofisico nel tempo per avere risultati duraturi. Cosa aspettate a cambiare stile di vita? Basta sacrifici a tavola, mangiate con gusto ma sappiate scegliere!

Dott. Francesco Garritano

 

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