Lo sapevi che il nostro microbiota comunica con il nostro cervello?

Lo sapevi che il nostro microbiota comunica con il nostro cervello?

I batteri presenti nonché l’integrità del rivestimento dell’intestino possono influenzare fortemente la salute dell’individuo. In che modo il benessere dell’intestino passa anche per la salute del nostro cervello?

La correlazione tra la malattia e intestino

Proprio come ho scritto nel mio ultimo libro “SOS – sistema immunitario“, tramite l’asse intestino cervello possiamo capire l’origine di molte patologie. Secondo numerosi studi, le endotossine – composti tossici che si sviluppano all’interno di agenti patogeni quali sono anche i batteri – quando l’intestino è permeabile possono filtrare attraverso le mucose e penetrare nel flusso sanguigno.

Il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere queste molecole considerate estranee e le attacca, provocando un’infiammazione cronica.

Alcuni studi ipotizzano che questa infiammazione indotta dalla dieta possa innescare la resistenza all’insulina e alla leptina – fattori trainanti l’una per il diabete e l’altra per l’obesità – nonché che sia anche causa del fegato grasso. Ma essendo un ambito di ricerca in continuo e rapido sviluppo, le teorie attuali potrebbero essere riviste e aggiornate in futuro.

Si ritiene – conseguentemente ad alcuni studi – che molte malattie metaboliche croniche abbiano comunque inizio proprio nell’intestino, ritenendo che l’infiammazione cronica sia una diretta conseguenza.

L’infiammazione causata dalle endotossine batteriche può essere infatti considerata lo stretto collegamento tra un’alimentazione non equilibrata, l’obesità e altre malattie metaboliche croniche. Tuttavia, l’infiammazione cronica è incredibilmente complessa e gli studiosi hanno appena iniziato a esplorare i molteplici motivi per i quali le infiammazioni croniche e l’alimentazione siano tra loro correlate.

Cosa vuol dire essere in eubiosi o in disbiosi, e quali principali tipi di disbiosi sono da considerare?

Una flora batterica equilibrata  a livello intestinale è utile all’organismo per mantenere una condizione di relativo benessere chiamata EUBIOSI. Il mantenimento dell’ecosistema intestinale è basato sull’integrità e sulla cooperazione tra  mucosa intestinale, microflora e  sistema immunitario. A causa di stili di vita frenetici, stress, cure antibiotiche questo stato di equilibrio può essere perturbato a favore in uno squilibrio chiamato DISBIOSI. È proprio la disbiosi alla base di una serie di disturbi quali gonfiori, stitichezza o diarrea, stanchezza cronica e malessere generale.

E’ fondamentale sapere che una disbiosi protratta nel tempo comporta delle modifiche su alcune funzioni dell’intestino. Innanzitutto è causa della distruzione delle “tight junction” o giunzioni serrate tra una cellula intestinale e l’altra, chiamata enterocita, compromettendo la capacità dell’intestino  stesso di fare da barriera e da “filtro”, dando origine alla sindrome dell’intestino permeabile, prima tappa  verso tutte le patologie su base infiammatoria sub-cronica. Sempre lo stato di disbiosi causa l’ingresso nel torrente ematico di sostanze estranee, causando di conseguenza infiammazioni da cibo e sovraccarico  del  sistema immunitario dando origine ad una sorta di infiammazione cronica di basso grado causata dall’incremento delle citochine pro-infiammatorie. Infine viene inibita la produzione di numerose sostanze prodotte dalla flora batterica intestinale, come ad esempio, vitamine del gruppo B, la vit. K in forma di menachinone, e vengono ridotti l’assorbimento ed il trasporto del Triptofano con conseguente riduzione della generazione di Serotonina e melatonina, generando conseguenze sia sulla salute fisica che mentale.

Vi sono numerose tipologie di disbiosi, tra cui per citarne alcune abbiamo la disbiosi putrefattiva e quella fermentativa, ma ce ne sono anche altre. La disbiosi putrefattiva si ha quando lo squilibrio della flora è situato principalmente nel colon ed è provocato da una dieta povera in fibre. Il pH fecale risulta più basico del normale e i sintomi più evidenti sono alitosi, foruncolosi, stanchezza cronica, insonnia, cefalea, ecc… A contribuire alla disbiosi putrefattiva può anche essere la poca acidità dello stomaco (ipocloridria) e quindi il conseguente abuso di antiacidi e inibitori di pompa protonica. La disbiosi fermentativa è causata da alimentazione ricca di zuccheri e carboidrati semplici (pane, pasta, pizza, dolciumi, ecc…) che provoca una proliferazione di microorganismi nell’intestino tenue e come sintomi iniziali porta gonfiore addominale con meteorismo, malessere generale, stipsi e/o diarrea e tanto altro ancora. Anche in questo caso, una bassa acidità dello stomaco può favorire la disbiosi fermentativa.

Per identificare la presenza di fenomeni disbiotici a carico dell’intestino, presso il mio studio è possibile effettuare specifiche analisi indirette sul microbiota andando a verificare l’esistenza di una disbiosi intestinale in atto. Il test percorre tre diverse strade parallele di analisi (IgG SPECIFICHE PER FRAZIONI MICROBICHE, INDACANO E SCATOLO, ACIDI ORGANICI). Se l’indicano ha un valore superiore a 60 mg/l si è in presenza di una seria disbiosi fermentativa, mentre lo scatolo, sempre oltre i 60 mg/l, indica un’importante disbiosi putrefattiva.

Ora è importante sottolineare un altro aspetto, sempre in collegamento con l’asse endocrino-intestinale: affinché le ghiandole del nostro organismo funzionino bene, è necessario che vi sia un buon assorbimento intestinale dei nutrienti. Infatti, elementi come lo iodio e il selenio, fondamentali per la salute della tiroide, vengono assorbiti dall’organismo tramite i villi intestinali, che sono la struttura funzionale di assorbimento che caratterizza l’intestino. Quando si presenta un’infiammazione intestinale, come per esempio nella disbiosi , i villi si atrofizzano e non sono più in grado di assorbire nutrienti essenziali per l’organismo umano.

Il triptofano

Lo consiglio a numerosi miei pazienti, dal soggetto sportivo al soggetto stressato fino a consigliarlo al soggetto fibromialgico: il triptofano è un aminoacido essenziale presente in molti alimenti a base di proteine, come alcuni cereali integrali a spiga, i legumi della categoria rossa, le uova, le frattaglie, le carni e i latticini. Il triptofano è l’unico precursore della serotonina prodotta a livello periferico e centrale. Esatto, proprio della serotonina stiamo parlando: la molecola della felicità: siccome questa molecola non può essere somministrata come tale, in quanto andrebbe incontro ad immediata metabolizzazione nell’apparato digerente, si somministra la sua forma “mascherata” sotto le vesti di quello che conosciamo con il nome di triptofano. La sintesi di serotonina si verifica nella periferia all’interno dei neuroni dell’intestino e delle cellule enterocromaffine e centralmente all’interno dei neuroni del rafe nel tronco cerebrale. Affinché ci sia la produzione di serotonina a livello centrale, il triptofano deve prima accedere al sistema nervoso centrale (SNC) attraverso la barriera emato-encefalica. Dopodiché, la serotonina modula una vasta gamma di funzioni tra cui il sonno, il controllo dell’appetito e della temperatura, dell’umore e della cognizione.

Triptofano e asse intestino – cervello

Questa sostanza assume un ruolo importante soprattutto nell’asse intestino-cervello, che è un sistema bidirezionale di comunicazione tra il cervello e il tratto gastrointestinale, che non solo collega il controllo delle produzioni endocrine in relazione a ciò che accade a livello gastro-intestinale, ma collega anche i centri emozionali e cognitivi del cervello con il controllo periferico e la funzione dell’intestino. La serotonina è un elemento chiave di questo asse, che agisce come un neurotrasmettitore nel sistema nervoso centrale e nel sistema nervoso enterico presente nella parete dell’intestino. Inoltre, la serotonina è prodotta da cellule endocrine e agisce come un ormone paracrino nell’intestino e come un ormone endocrino, trasportato attraverso il sangue legato alle piastrine. Il suo ruolo di ormone agisce collegando le due estremità dell’asse cervello-intestino e ha effetti sistemici come la densità ossea e il metabolismo.
Come ci ricordano ancora gli studi della fisiologia della nutrizione, la produzione di serotonina centrale rappresenta solo il 5% della sintesi totale di serotonina, con la stragrande maggioranza della serotonina prodotta nella periferia. La sintesi periferica si verifica in tessuti come l’osso, le ghiandole mammarie, il pancreas, ma l’epitelio gastrointestinale è di gran lunga la più grande fonte. Invece, le cellule enterocromaffine nell’epitelio gastrointestinale rappresentano  circa il 90% di tutta la sintesi di serotonina.

Triptofano e microbiota

L’influenza del microbiota intestinale sul comportamento sta diventando sempre più evidente, così come l’estensione degli effetti sul metabolismo del triptofano e della serotonina. Esso, che si trova principalmente nell’intestino crasso, ma anche in tutto il tratto gastrointestinale si trovano piccoli numeri, contribuisce a funzioni come la risposta immunitaria e la regolazione degli ormoni e si sta dimostrando fondamentale per il mantenimento dell’omeostasi e della salute. Esiste una regolazione del triptofano e della serotonina nell’intestino da parte del microbiota residente e studi recenti mostrano che la corretta composizione del microbiota intestinale modula positivamente  i livelli di triptofano e serotonina e modifica il comportamento centrale di ordine superiore.
Cosa ci fa capire questo? Che non solo è importante variare ed equilibrare la nostra alimentazione per assicurare il corretto introito di nutrienti, tra cui il triptofano, come in questo caso, andando a prediligere proteine di qualità come ho elencato di sopra, ma è importante anche salvaguardare la salute del microbiota intestinale, evitando di esporsi ai fattori che generano infiammazione, che alterano la composizione microbica, quali l’ipocloridria, lo stress, il sistema immunitario debole, l’uso eccessivo di antibiotici, le infiammazioni intestinali ed autoimmuni.

Triptofano e insonnia

L’insonnia può essere efficacemente combattuta scegliendo tutti quei cibi che contengono il triptofano, un aminoacido che favorisce la sintesi della serotonina.

Ecco perché è importante evitare di abbuffarsi e di appesantirsi, ma allo stesso tempo scegliere con cura i cibi che possono contribuire al nostro benessere generale. Possiamo ricorrere al consumo di frutta, che, grazie alla presenza di zuccheri semplici sicuri poiché chelati dalla componente in fibre, è in grado di stimolare la produzione di serotonina, innescando nel nostro organismo una sensazione di rilassamento.

L’insonnia può essere un vero e proprio problema e specialmente con lo stress del momento da COVID-19 può aggravarsi, fino a rendere le nostre notti un incubo. E’ opportuno consumare carboidrati e cereali integrali, i quali contengono triptofano, e limitare i latticini che contengono un aminoacido stimolante, la tirosina. Attenzione, nelle ore serali, ad alcool, caffè e fumo, che riducono le fasi di sonno profondo.

Triptofano ed utilità clinica

Il controllo centrale del dolore è una componente importante  soprattutto in patologie quali la fibromialgia, l’artrite reumatoide, la sindrome dell’intestino irritabile, e la serotonina ha dimostrato di svolgere un ruolo fondamentale. Come delineato dallo studio che ho riportato, in soggetti sani presi in sperimentazione, una dolorosa distensione del palloncino al retto ha comportato un aumento dell’attività cerebrale come dimostrato dalla risonanza magnetica funzionale. Quando questi stimoli sono stati ripetuti durante la deplezione acuta del triptofano, c’è stata una maggiore risposta nell’amigdala, nelle aree di eccitazione emotiva e nelle reti afferenti omeostatiche. C’è stata anche una diminuzione dell’inibizione a feedback negativo dell’amigdala, con conseguenze negative sull’umore e sul sistema cognitivo.

Quindi, dalla modulazione dei livelli di triptofano si è compreso il ruolo della serotonina centrale nell’umore e nella cognizione. La bassa serotonina contribuisce ad abbassare lo stato dell’umore. Inoltre, la serotonina impoverita causa disabilità cognitive, con rapporti che includono deficit nel ragionamento verbale, episodico e nella memoria di lavoro, mentre al contrario la supplementazione di triptofano ha effetti positivi sull’attenzione e sulla memoria. Un’altra cosa che mi preme evidenziare è che l’elaborazione emotiva, la modificazione della memoria, che sta alla base dell’emozione, è inibita nei soggetti con la depressione, oppure, nei soggetti che vanno incontro a carenza del triptofano, può innescarsi la genesi della sintomatologia della depressione .

Dott. Francesco Garritano

Fonti bibliografiche:

  • Moran, GW; Thapaliya, G. L’asse intestino-cervello e il suo ruolo nel controllo del comportamento alimentare nell’infiammazione intestinale. Nutrienti 2021 , 13 , 981.
  • Gao K, Mu CL, Farzi A, Zhu WY. Tryptophan Metabolism: A Link Between the Gut Microbiota and Brain. Adv Nutr. 2020;11(3):709-723.
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