I termini probiotico e prebiotico sono sempre più utilizzati sia dai dottori che dalla gente comune che sta capendo l’importanza del mantenimento dell’equilibrio del microbiota intestinale, detta eubiosi. Nell’articolo spiegherò le differenze che vi sono fra i due termini. Buona lettura!
Probiotici: conosciamoli meglio
È mio uso consigliare un buon probiotico ai miei pazienti, poiché quasi tutti soffrono di disturbi intestinali per cui ripristinare l’equilibrio è fondamentale. Il nostro intestino è definito anche secondo cervello grazie alle numerose funzioni che questo svolge, quindi uno degli obiettivi che ha l’uomo è quello di mantenerlo sia strutturalmente che qualitativamente integro.
Dobbiamo pensare che il nostro microbiota intestinale, ovvero l’insieme di batteri che popolano l’intestino, origina alla nascita quando avviene in modo naturale e varia negli anni, in base al nostro stile di vita: alimentazione, stress, uso di antibiotici, sport sono in grado di modificarlo.
Quando l’equilibrio del microbiota viene perso possiamo avvertire disturbi come pancia gonfia, stitichezza, dissenteria, crampi ed altri disturbi intestinali, per cui risulta necessario assumere un integratore di probiotici. Lo stesso termine “pro” e “bios” significa “a favore della vita”, per cui il probiotico è un insieme di microrganismi viventi e attivi che in numero sufficiente sono in grado di conferire un effetto positivo sulla salute dell’organismo, riequilibrando la flora batterica intestinale.
Solitamente la loro assunzione avviene a stomaco vuoto per 1 o 2 mesi a seconda della gravità della disbiosi intestinale (=perdita dell’equilibrio) ed un buon probiotico dovrebbe contenere diversi ceppi batterici in quantità di miliardi di batteri. Una domanda che giustamente i pazienti mi chiedono quando prescrivo loro l’integratore di probiotici è: “Dottore, ma se mangio lo yogurt non è la stessa cosa?”. No, non lo è, poiché quelli contenuti in questo alimento dalle proprietà benefiche sono vivi, ma non vitali, per cui non riescono a riprodursi nell’intestino.
E i prebiotici?
I prebiotici, invece, non sono batteri vivi e vitali ma il loro nutrimento, mi spiego meglio. Se nel ripristino della flora batterica intestinale i probiotici vengono utilizzati per riassestare l’equilibrio, i prebiotici servono per nutrire i batteri buoni consentendo loro la proliferazione.
Si trovano per il più in sostanze vegetali fibrose, non digeribili, principalmente nelle fibre idrosolubili come i beta-glucani, l’inulina, gli oligofruttosaccaridi, i fruttani, ecc. e possono essere assunti sia come integratori sia tramite gli stessi alimenti.
Oltre a mantenere l’equilibrio intestinale, i prebiotici stimolano anche attività positive per l’intestino, poiché migliorano il metabolismo e la digestione di alcuni nutrienti, aumentano la capacità di assorbimento di Sali minerali e vitamine e rafforzano il sistema immunitario, tramite la produzione di sostanze nutritive essenziali per la salute delle cellule intestinali, quali il butirrato, l’acetato ed il propionato.
Per essere considerati tali, però, devono avere alcune caratteristiche, ovvero riuscire a raggiungere i batteri probiotici integri, devono essere sostanze fermentabili e devono modificare l’ambiente intestinale favorendo la crescita di bifidobatteri e lattobacilli.
Quali sono gli alimenti più ricchi di prebiotici? Le banane verdi, che contengono molto amido resistente, l’aglio, la cipolla, gli asparagi, le foglie di tarassaco, il topinambur, i fagioli, la mela, l’avena e l’orzo ricchi di beta-glucani, i semi di lino, le alghe e la crusca di frumento.
Attenzione però perché chi soffre di sindrome del colon irritabile, intolleranza al lattosio e chi è sottoposto a radioterapia non dovrebbe farne uso per evitare di peggiorare i sintomi causati dagli stessi.
Quindi cosa fare? Dapprima ripristinare l’equilibrio con un buon probiotico, poi nutrire i batteri con la dieta adeguata. Fatevi sempre consigliare da un professionista della salute.
Dott. Francesco Garritano
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