Soffrire di reflusso è ormai frequente, soprattutto dopo le feste di Natale e Santo Stefano, purtroppo molti italiani si lamentano della fastidiosa sensazione di bruciore causata dalla risalita dell’acido verso l’esofago. Ma quali sono le cause e come risolvere? Leggete l’articolo per saperne di più.
Cause del reflusso gastroesofageo
Il reflusso gastroesofageo è uno dei problemi di cui si lamenta la maggior parte dei miei pazienti, sia quando mi racconta del post-festività sia quando viene a visita; le cause possono essere diverse, i fattori che influiscono sono tanti ma solitamente le suddivido in tre categorie: alimentazione, compressione e stress.
Ciò che in realtà succede quando soffriamo di reflusso gastroesofageo possiamo spiegarlo una volta capita bene l’anatomia dello stomaco: questa sacca, infatti, confina con l’esofago tramite uno sfintere definito cardias, che si apre al passaggio del cibo dalla bocca verso lo stomaco. Lo sfintere si contrae e si rilassa poiché costituito da cellule muscolari, perciò anche mantenere il suo tono muscolare è importante; infatti, il mantenimento del tono del cardias regola il passaggio di cibo fra esofago e stomaco e non il contrario. Se, invece, la muscolatura dello sfintere è rilassata, il materiale acido e non dello stomaco risale verso l’esofago e si percepisce quella cattiva sensazione di acidità in bocca. A modulare la regolazione dello sfintere sono la dieta, gli ormoni, l’ernia iatale, ad esempio: una persona obesa soffre di maggiore pressione intra-addominale a causa dell’elevata presenza di tessuto adiposo che comprime lo sfintere.
Ma oltre a questo tipo di pressione, anche la compressione addominale peggiora le condizioni del reflusso gastroesofageo. Infatti, le persone che assumono a causa del lavoro una posizione flessa continuamente soffrono di reflusso gastroesofageo, rispetto a chi sta in piedi, dritto, o assume una corretta postura. Altre due cause che peggiorano il reflusso sono lo stress e l’alimentazione; chi di voi in momenti di stress non ha mai sofferto di problemi di stomaco e di reflusso? Tutti lo sappiamo che è così, si tratta di una malattia anche psicosomatica. Infine, l’alimentazione che poi vedremo nel prossimo paragrafo: i cibi aciduli peggiorano il reflusso e questo è risaputo.
I sintomi del reflusso gastroesofageo
Come scritto prima, i sintomi maggiormente diffusi sono la sensazione di rigurgito di acido in bocca, il bruciore dietro lo sterno (al centro del petto), senso di “pesantezza” allo stomaco, disfagia (difficoltà a deglutire), ma anche sintomi meno specifici e meno diffusi, quali la tosse cronica, secca e stizzosa, la laringite, ovvero l’infiammazione della laringe, che se si presenta spesso potrebbe essere il campanellino d’allarme del reflusso.
Rimedi contro il reflusso
Ma come intervenire una volta diagnosticato il reflusso gastroesofageo? Normalmente i medici consigliano di assumere gli inibitori di pompa protonica, ovvero farmaci che innalzano il pH dello stomaco, rendendolo meno acido. Questi, però, hanno anche effetti collaterali, poiché comportano la modifica della normale fisiologia gastrica, per cui si verifica una diminuita efficienza degli enzimi digestivi, che lavorano in ambiente acido, si verifica anche la diminuzione dell’assorbimento di vitamine come la B 12, che ha bisogno del fattore intrinseco prodotto dallo stomaco per essere assorbita, inoltre, si riduce la protezione contro le infezioni intestinali, poiché l’ambiente acido garantisce l’uccisione dei batteri patogeni.
Piuttosto che assumere farmaci, solitamente ai miei pazienti consiglio il colostro, il primo latte materno, che svolge una potente azione riparativa su stomaco ed esofago, facilmente reperibile in farmacia o parafarmacia sotto forma di fiale o capsule.
Ma per quanto riguarda lo stile di vita, andrebbero modificate diverse cose; a livello comportamentale:
- Evitare i pasti abbondanti, preferendo pasti piccoli e frequenti;
- Privilegiare un’alimentazione a basso contenuto di grassi;
- Evitare l’associazione di cibi e bevande troppo calde o troppo fredde;
- Smettere di fumare;
- Evitare di svolgere attività fisica a stomaco pieno, soprattutto se si tratta di esercizi che impegnano la muscolatura addominale;
- Alzare la parte anteriore del letto di 10-15 cm: aiuta a mantenere l’esofago in posizione verticale anche quando si è sdraiati e impedisce la risalita di materiale acido dallo stomaco, evitare, invece, di utilizzare pile di cuscini, perché così facendo si assume una posizione che incrementa la pressione sull’addome;
- In presenza di sovrappeso/obesità: ridurre gradualmente peso e la circonferenza addominale, attraverso un’alimentazione equilibrata ed un regolare esercizio fisico, sempre sotto controllo medico;
- Evitare di indossare cinture o abiti molto stretti in vita perché aumentano la pressione sull’addome, facilitando il reflusso;
- Masticare i cibi molto lentamente.
Mentre come comportarsi con l’alimentazione?
- Evitare i cibi fritti ed elaborati (con panna, i sughi, con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto, dolci con creme);
- Eliminare dalla dieta superalcolici ed alcolici (vino, birra, liquori, cocktail, ecc.);
- Evitare le bevande nervine (the, caffè);
- Evitare la menta;
- Eliminare completamente le bevande gassate;
- Evitare il cioccolato (sia fondente che a latte);
- Evitare ortaggi aciduli e difficilmente digeribili (pomodori, peperoni, crucifere, cipolla, lattuga);
- Evitare frutta acidula (kiwi, agrumi, ananas, pompelmo);
- Evitare di cucinare eccessivamente speziato, evitando in modo particolare peperoncino, pepe;
- Eliminare i latticini, se mangiati qualche volta, meglio preferire formaggi caprini e stagionati;
- Ridurre il consumo di carne rossa;
- Ridurre il consumo di frutta secca;
- Evitare l’uso di condimenti come aceto e succo di limone e cipolla.
Sono poche semplici regole da applicare ogni giorno per ritrovare il benessere e non soffrire più di questo fastidio che è sempre dietro l’angolo.
Dott. Francesco Garritano