Per quanto riguarda la sclerosi multipla, trattandosi di una patologia neurodegenerativa demielinizzante, che causa lesioni a carico del sistema nervoso centrale, e trattandosi di una patologia reattiva del sistema immunitario che scatena un attacco contro la mielina, innescando il processo infiammatorio che va a distruggere la stessa, è essenziale andare a modulare, tramite lo stile di vita e l’alimentazione, il grado di infiammazione nell’organismo. Infezioni virali, traumi, tossine, calore, trombosi, ultrasuoni e ipertensione locale sembrano essere dei fattori aggravanti ma non determinanti.
Il consumo di grassi saturi puo’ portare alla formazione di microemboli di grasso aggregato che portano a microrotture della barriera ematoencefalica, attraverso le quali il sangue penetra nel sistema nervoso centrale e si puo’ avere un attacco alla mielina.
Vi è un cosiddetto interruttore infiammatorio, l’eterodimero NF-κB, il quale deve essere inattivato affinchè si proceda al miglioramento della malattia. Vi sono alcuni enzimi, le sirtuine, i quali determinano l’inibizione della trascrizione di alcuni geni coinvolti nella patogenesi della malattia: per questo le sirtuine vengono definite le proteine della longevità. Esse tolgono uno o più gruppi acetilici da NF-KB, spegendo o frenando il processo infiammatorio. Affinché tale attivazione delle sirtuine avvenga, è necessario integrare nella dieta polifenoli, resveratrolo, quercetina, picnogenolo, vitamina B3 e triptofano, assicurarsi buoni livelli di NAD +, fare attività fisica, seguire uno stile di vita attivo e una dieta equilibrata.
Grande importanza ha anche la vitamina C che agisce a valle dell’infiammazione, ossia si limita a neutralizzare i radicali liberi prodotti dai globuli bianchi che attaccano “infiammando” la guaina mielinica. Inoltre, è importantissima la vitamina D, attivatore del recettore anti-infiammatorio VDR.
Negli ultimi mesi sono stati pubblicati su riviste scientifiche di rilievo numerosi articoli e ricerche che stanno evidenziando la presenza della reazione ai lieviti come elemento favorente, se non addirittura causale, della sclerosi multipla. Vi è un’alta prevalenza di anticorpi anti-lievito e anti- glutine nei soggetti con sclerosi multipla.
L’alimentazione che propongo è personalizzata e si basa sui principi della dieta GIFT; questa ha come obiettivo quello di far fluire bene la leptina mediante l’assunzione di cibo di qualità in quantità, il giusto apporto di proteine e il movimento e, soprattutto, di mantenere l’omeostasi intestinale.
Poiché si tratta di una patologia di tipo infiammatorio, il primo punto sul quale lavorare è l’infiammazione, considerando quindi il modello utilizzato nel caso delle altre patologie autoimmune che tratto in studio, escludendo alcuni cibi pro-infiammatori e modificando gli atteggiamenti scorretti del proprio stile di vita. Quando si parla di patologie autoimmuni oltre a cercare di rieducare il sistema immunitario grazie alla dieta GIFT, bisogna valutare sia l’infiammazione generata dal cibo (low grade inflammation) e dal sovraccarico alimentare, sia la permeabilità intestinale, condizione comune a tutte le patologie autoimmuni. Nel primo caso è possibile sottoporsi ad un test in grado di misurare le due citochine infiammatorie, PAF e BAFF, le quali risultano in concentrazioni elevate nei pazienti affetti da patologie autoimmuni, i quali livelli verranno abbassati dall’applicazione di una dieta di rotazione. Inoltre, è possibile valutare tramite il test della permeabilità intestinale se l’intestino permette il passaggio di sostanze all’interno del circolo scatenando, dunque, l’attivazione del sistema immunitario che colpisce i tessuti della ghiandola tiroidea. Qualora dovesse presentarsi questa condizione di leaky gut, tramite l’alimentazione e l’integrazione sarà possibile ripristinare la barriera intestinale.
Quali sono i consigli da seguire a tavola se si soffre di sclerosi multipla?
- Mangiare con regolarità porzioni adeguate di cibo, senza esagerare con le quantità, in modo da ridurre il carico sull’apparato digerente e favorendo la digestione;
- Eliminare il glutine
- Ridurre l’assunzione di grassi omega 6 incrementando, invece, il consumo di grassi omega 3;
- Eliminare gli zuccheri semplici, gli edulcoranti ed i carboidrati raffinati dalla propria dieta;
- Eliminare latte e derivati dalla propria dieta, avendo un alto indice insulinico, favoriscono l’infiammazione;
- Evitare i cibi conservati e semi-lavorati;
- Eliminare i cibi speziati e piccanti;
- Limitare il consumo di frutta secca e semi;
- Eliminare le fritture e prediligere metodi di cottura soft;
- Eliminare bevande gassate e sostanze nervine irritanti la mucosa gastrica (the, caffè).
- Evitare i cibi conteneti lieviti, come funghi, tutti i formaggi, miele e yogurt, frutta essiccata come uvetta (attenti ai muesli), albicocche seccate, datteri seccati, ecc, bevande fermentate birra, vino, tutti gli alcolici, il tè, acido citrico conservante, aceto, dadi da brodo (in quasi tutti, anche in quelli naturali, sono presenti lieviti), la maionese industriale (per il suo contenuto di aceto) e le salse macrobiotiche (quasi tutte fermentate, come la salsa di soia e il tamari, il miso),avanzi o cibi cucinati per più giorni. L’eventuale uso di probiotici (fermenti lattici) va discusso con lo specialista.