Ritrovare il proprio peso ottimale è un’esigenza che si avverte non solo per risultare piacevoli a se stessi ed agli altri, ma soprattutto per sentirsi bene con il proprio corpo. Il benessere, nel senso più allargato del termine include una sensazione di equilibrio tra mente e corpo. Le due cose sono strettamente collegate, per cui quando si parla di riportare il corpo ad un certo peso, si dovrebbe includere nel percorso ideale, anche la consapevolezza di compiere determinate scelte per un fine più ampio. Ognuno di noi ha un equilibrio spontaneo, naturale, ed è quello che va ripristinato senza forzature inutili.
Gli abusi alimentari possono dipendere da diversi fattori. In alcuni casi si tratta di scorretta informazione, in altri di stili di vita che comportano una fruizione del cibo non regolare, in altri ancora, alla base dell’eccesso di peso, c’è un comportamento psicologico che si riversa sul cibo. Ciò che fa un buon Nutrizionista è capire l’origine dell’abuso ed agire in tutti e tre gli ambiti. In questo modo il paziente prende coscienza di sé e gli risulta più agevole ripristinare un comportamento armonico con il cibo. Rispetto alla classica dieta intesa nel senso più temuto del termine, e cioè privazione e sopportazione, il Nutrizionista agisce sulla consapevolezza in modo che non si avverta alcuna costrizione, ma solo soddisfazione per il nuovo rapporto con il cibo e quindi con se stessi.
La dieta fine a se stessa non comporta la risoluzione dello squilibrio, in alcuni casi questo provvedimento non fa altro che nascondere il reale problema per un tempo limitato, per poi ripresentarsi in maniera anche più consistente. Includere l’elemento psicologico in un processo virtuoso, significa partire da un assunto: mangiare è un atto gioioso, nel quale si sviluppa e propaga il relax. La soddisfazione che proviene dal cibo non è il problema di per sé, ma è l’abuso compensativo di altri eccessi. Per acquisire un rapporto duraturo serve informazione sia sul percorso che su se stessi.